Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. (Mc16,19) Il suo distacco dai discepoli non è muto, ma accompagnato da parole: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”, perché tutte le creature sono dichiarate destinatarie dell’annuncio pasquale: l’uomo è creato per il Vangelo, perché il Vangelo è compatibile con il cuore umano. L’uomo è fatto per essere salvato, amato.
Le parole di Gesù sono la sua eredità che Egli lascia ai discepoli e di cui essi sono ora responsabili. Si tratta di ricordare ciò che il Signore ha detto e di interpretalo per viverlo nel nuovo contesto…Come possiamo andare e proclamare il Vangelo oggi? Come riempire l’assenza del Signore mentre attendiamo la sua seconda venuta nella gloria?
L’assenza del Signore deve essere riempita con l’annuncio: L’annuncio del Vangelo, della lieta notizia, del racconto della tenerezza di Dio. Non le idee più belle, non le soluzioni a tutti i problemi: solo la persona di Cristo, pienezza d'umano e tenerezza del Padre. Niente altro. Il Signore non dice ai suoi discepoli: organizzate, costruite, conquistate, occupate i posti chiave, fate grandi opere caritative, ma semplicemente: annunciate, andate e proclamate la mia presenza; portate tutti a me; immergere il mondo in me; battezzare l’umanità nel mio amore. Si questo è cosi, allora la nostra responsabilità è molto grande: noi per primi abbiamo bisogno di rinnovare la nostra relazione personale e comunitaria con Lui; essere convinti che il criterio per far crescere il Regno sia questo e non la modalità del mondo. Essere certi che solo un'apertura costante all’azione dello Spirito Santo può renderci credibili.
P. Juan Carlos Silva Yacila, FSA