In questa IV domenica di Pasqua, contempliamo l’immagine di Gesù il buon pastore. Notiamo però una particolarità nel testo, che nello scritto originale non parla del buon pastore, ma del pastore bello. Troveremo nel testo greco kalos, e non agathos, che sarebbe la traduzione di buono.
Questo ci aiuta a riflettere e vedere che la bellezza di Gesù è ancora più affascinate rispetto alla bontà. La bellezza è il motore della bontà umana. Cioè, viene prima.
Carissimi, noi amiamo la bellezza, siamo attratti dalla bellezza. Ci sono degli spettacoli della natura che ci lasciano senza parole: il sorgere e tramonto del sole, le montagne, il mare, i fiori… anche nelle persone troviamo le cose belle: la grazia di chi si muove a passi di danza, gli artisti, le persone gentili… Possiamo chiederci: Perché ci attira tutto ciò che è bello? Perché le cose belle sono un riflesso dell'infinita bellezza di Dio. Noi siamo fatti per la bellezza, perché siamo fatti per Dio!
Nella nostra vita, ci è capitato di dire o di sentir dire: “Che bella persona!”. Qui non si parla dell’aspetto fisico, ma si fa riferimento al fatto che la persona sia simpatica, educata, servizievole, gentile, rispettosa, una persona bella. Tutti noi desidereremmo che lo si dicesse di noi. Ecco, oggi questo Gesù, il pastore bello ci offre questa possibilità: riconoscendo e seguendo la sua voce, anche noi diventeremo belli, come Lui lo è!
Cosa succede quando Gesù si presenta come il “pastore bello”? i capi dei giudei sono rimasti indignati. Perché? Semplice! Se in un villaggio in cui tutti sono brutti arriva una bella persona questi ultimi che non si rendevano nemmeno conto di essere brutti prendono consapevolezza della loro condizione e così si scatena l’invidia, la rabbia e cercano di far fuori colui che è diverso da loro e che è più attraente. Purtroppo, questo accade anche oggi, nella società, nelle nostre comunità, nella Chiesa…
Ma la bellezza del Pastore viene dal modo in cui lui tratta le sue pecore. Vediamo cosa dice il profeta Ezechiele: Guai ai pastori d'Israele, che pascono sé stessi! I pastori non dovrebbero forse pascere il gregge? Vi nutrite di latte, vi rivestite di lana, ammazzate le pecore più grasse, ma non pascolate il gregge. Non avete reso forti le pecore deboli, non avete curato le inferme, non avete fasciato quelle ferite, non avete riportato le disperse. Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con crudeltà e violenza. Per colpa del pastore si sono disperse e sono preda di tutte le bestie selvatiche: sono sbandate. (Ez 34, 2-5)
Ecco di fronte a questa situazione Gesù dirà che le folle erano come pecore senza pastore ma ora è tempo di un pastore bello, che si prenderà cura del gregge, che gli presterà attenzione, che perderà tempo per ascoltarle, che sarà vicino. Un’altra parte significativa del testo d’oggi è che lui dice: “Io sono”, è un’espressione molto importante, perché è l’auto-presentazione di Dio, è il nome con il quale Dio si è presentato a Mosè nell’antico Testamento. E quindi, quando Gesù̀ utilizza questa espressione vuol dire “adesso vi presento il volto di Dio”, il volto di Dio “bello”, un volto da contemplare.
Se ora, faccio un piccolo sondaggio qui, quale immagine voi avete di Dio? Cioè, come vedete Dio?
Nel 2010 hanno fatto un fatto un sondaggio negli Stati Uniti (Fonte “Il Corriere” - 08/10/2010), e che cosa è risultato?
5%, gli atei;
22%, aveva un’immagine di Dio benevolo, un Dio buono;
67%, aveva un’immagine di Dio brutta, un Dio autoritario, lontano, che non si interessa dei nostri problemi, un Dio giustiziere, che condanna, un Dio che punisce.
Purtroppo, questa è l’immagine che tanti hanno di Dio. Le persone, smettono di pregare, di esercitare la fede, di partecipare della vita parrocchiale, non è perché diventano atei, ma perché cambiano di immagine Dio e quindi non trovano più senso nel cammino di fede. E ancor di più, i giovani, gli adolescenti sono i più colpiti. Ma sapete di chi è la colpa? La colpa non è di chi ha cambiato l’immagine…
Ritenevo opportuno parlare di questo aspetto, perché oggi Gesù si presenta come “il Pastore, quello bello”, Gesù oggi ci sta dicendo: “contemplate sul mio volto l’immagine bella di Dio”. C’è un Dio che è davvero attraente, amabile, ed è importante vederne la bellezza e sentirsi amati da lui in modo incondizionato.
Tutti noi sappiamo, che Gesù ci ama in modo gratuito. La sua bellezza è questa. Perciò lui utilizza l’immagine del “mercenario” o “salariato”, sappiamo che il salariato è colui che non è personalmente coinvolto in modo passionale con la vita del gregge, a lui interessa la paga alla fine della giornata, poi quello che accade alle pecore a lui non interessa, non lo riguarda più.
L’amore gratuito è una delle caratteristiche della bellezza di Gesù di Nazareth. E lui propone a tutti noi questa bellezza, la bellezza dell’amore gratuito. Noi istintivamente siamo portati ad agire per interesse, quando facciamo qualcosa, noi pensiamo istintivamente al nostro tornaconto. E qui mi permetto di parlare delle persone che diventano belle, perché vivono l’amore gratuito. Per essere chiaro e vedere quello che accade nella nostra comunità: pensiamo ai parrocchiani che si impegnano nel volontariato, nella pulizia della Chiesa, nei diversi servizi della parrocchia, nella Caritas dove ogni tanto c’è qualcuno che dice: “Be’, se lo fa è perché gli piace... altrimenti non lo farebbe”. Queste persone belle non se la prendono e continuano a lavorare, anche quando non c'è alcun riconoscimento del lavoro che svolgono, forse nemmeno da parte nostra della comunità sacerdotale… ecco, queste persone hanno imparato da Gesù cosa significa amare in modo gratuito. Sono belle veramente.
Abbiamo bisogno di entrare in una relazione di amore con Gesù, sicuramente la nostra vita sarà espressione della sua vita, che è amore e solo amore.
Per concludere, ricordiamo che la bellezza di Dio viene dalla sua gratuità, ma c’è anche un altro aspetto della sua bellezza, è una bellezza che attira. Il vangelo d’oggi, quasi alla conclusione dice: “Ascolteranno la mia voce, diventeranno un solo gregge e un solo pastore” (Gv 10,16), “Ascolteranno la mia voce”, Gesù non impone a nessuno la sua immagine di bellezza, perché la bellezza è attraente di per se, lui si presenta come “pastore bello”, non ha bisogno di alzare la voce o di minacciare, è la sua persona che deve parlare.
Quindi, vi auguro questa esperienza bella con Gesù. È lui che si presenta, come il pastore bello, che si prende cura della nostra vita, che ci ama gratuitamente, che ci parla dolcemente al cuore.
P. Jarbson Batista Silva Araujo, FSA