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Sant’Antonio di Padova

2022-05-22 16:57

P. Stefano Tamburo

Commenti settimanali,

Nel corso dei secoli sant’Antonio è stato rappresentato da pittori e scultori in modi molto diversi. Quanto sono affidabili queste raffigurazioni? Pro

Nel corso dei secoli sant’Antonio è stato rappresentato da pittori e scultori in modi molto diversi. Quanto sono affidabili queste raffigurazioni? Probabilmente poco, perché le interpretazioni degli artisti sono condizionate dalla sensibilità della loro epoca, dall'orientamento agiografico prevalente, dalla richiesta del pubblico devoto.

 

La ricognizione del 1981

La ricognizione del 1981, al contrario, ci offre alcune preziose informazioni, che ci restituiscono un’immagine più veritiera del suo aspetto. Era alto circa 171 centimetri; la testa era di forma allungata. Anche il viso doveva essere allungato, con mento pronunciato, naso aquilino, occhi grandi, dentatura sana e regolare. La struttura fisica non era eccessivamente vigorosa negli arti superiori, ma ben proporzionata, con mani lunghe e dita affusolate; più sviluppata e forte negli arti inferiori, a causa del continuo camminare. Le ginocchia recano evidenti tracce di lunghi tempi passati in preghiera.

 

La ricostruzione forense del volto

Già nel 1995 lo scultore Roberto Cremesini aveva tentato una ricostruzione scientifica del volto del Santo a partire dal suo teschio, ma quasi vent’anni dopo, nel 2014, è stato condotto uno studio di ricostruzione forense, in grado di ipotizzare con un alto grado di oggettività il volto e le fattezze del Santo.

L’operazione, condotta dal Museo di Antropologia dell’Università di Padova con il fondamentale contributo del Centro Studi Antoniani, ha visto il coinvolgimento di Cicero Morales, designer 3D molto noto per le sue ricostruzioni facciali in ambito archeologico e collaboratore del Laboratorio de Antropologia e Odontologia Forense (FOUSP) dell’Università di San Paolo (Brasile).

Il ritratto che ne emerge si allontana parzialmente dalla tradizione del volto magro e allungato espressa anche nel busto del Cremesini, per avvicinarsi all’aspetto più “massiccio” e corpulento dell’affresco che si trova in un passaggio del presbiterio della basilica antoniana.

 

P.  STEFANO TAMBURO, ofm

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